L’alta valle del Casentino ha avuto da sempre un collegamento con Firenze e in particolare Stia era il Mercatale del Castello di Porciano per cui qui si svolgevano tutte le attività commerciali ed artigianali ad esso collegate.
Nel ‘300 a Firenze c’erano tre Arti di corporazioni di artigiani forgiatori del ferro: quella dei Fabbri, quella dei Chiavoioli, Ferraioli e Calderai, quella dei Corrazzai e Spadai. A queste corporazioni dovevano iscriversi tutti gli addetti, anche gli abitanti delle terre soggette a Firenze e sono numerosi i fabbri casentinesi iscritti alle Arti.
Con il trascorrere dei secoli alcuni mestieri relativi alla forgiatura del ferro scomparvero, tuttavia quando nel 1770 la Camera di Commercio sostituì le Arti in tutto il Granducato, i forgiatori vennero divisi in tre categorie: fabbri, magnani, chiavaioli e maniscalchi.
Il vecchio borgo di Stia si trova in posizione leggermente elevata rispetto allo sviluppo urbanistico degli ultimi decenni. L ‘antico e il nuovo sono separati dal torrente Staggia che regala una splendida piccola cascata. Per secoli, l’abbondanza di acqua ha plasmato l’economia locale basata sul legno, ferro e la trasformazione della lana.
La tradizionale abbondanza di acqua è il fatture di localizzazione di molte attività fra le quali anche le ferriere. L’acqua è usata non solo come forza motrice ma anche come mezzo di trasporto del legname fino a Firenze e Livorno.
In questo periodo la popolazione è impiegata soprattutto nel settore agrario, ma molti abitanti sono occupati anche nelle manifatture.
Le varie Comunità casentinesi si presentano dunque come compartimenti specializzati in manifatture diverse.
Particolare interesse riveste l’incremento del numero dei fabbri dall’inizio dell’800 fino al 1861 a Stia ed è stato possibile, inoltre, individuare attraverso i dati presenti nel Catasto Leopoldino del 1825, la presenza all’interno dell’antico borgo di piccole botteghe e di una Ferriera.
Il piccolo borgo, in questo periodo presenta la più alta concentrazione di addetti all’attività fabbrile di tutto il Casentino: nel 1841 risultano 23 fabbri, più 9 che lavorano alla Ferriera su un totale di 2911 abitanti.
Fra le famiglie occupate in questa attività ricordiamo le famiglie Francalanci, Pecchioni, Berti, Aiazzi, Benucci, Ricci, Cendali, Scalpellini.
A questi si aggiungono gli impiegati della Ferriera, che provenivano dall’area pistoiese in cui si trovava manodopera specializzata per la lavorazione del ferro.
Le ferriere producevano lavori grossolani: vanghe, cerchi per le botti, tini, cerchioni da calesse che poi venivano affinati nelle botteghe dei fabbri.
Nel 1850 la Ferriera vendeva i propri prodotti in tutto il Granducato di Toscana.
Fino alla metà del 900 circa l’arte di battere il ferro si è tramandata da padre in figlio nelle botteghe, ma con l’avvento dell’industria e con l’abbandono progressivo delle campagne questo antico mestiere è diventato sempre più raro fino all’esaurimento o quasi della presenza in loco di fabbri.
Questa è la spiegazione e la motivazione del perché della BIENNALE a STIA.
La Biennale dell’arte Fabbrile, nasce a Stia nel 1976 grazie alle audaci intuizioni di Pier Luigi della Bordella e Ivan Bruschi (antiquario aretino) e il fondamentale sostegno di Vittoriano Frulloni l’allora Sindaco.
Pietro Annigoni, che all’epoca viveva in via Montalbano, su richiesta del Sindaco disegna “Il Fabbro di Stia” che diventerà l’immagine iconica della manifestazione, facendola conoscere in tutto il mondo.
Questi pensarono di instituire una Mostra Mercato del Ferro forgiato che conservasse la memoria di un tempo neanche troppo lontano, in cui i nostri nonni e bisnonni si tramandavano nello loro botteghe un sapere antico, il sapere delle mani che lavorano la materia prima e la rendono oggetto utilizzabile.
La seconda edizione si ha nel 1977, ma la terza si organizza dopo due anni, data l’importanza che inizia ad assumere e da allora è stato sempre così.
Oggi a Stia non ci sono più le botteghe dei fabbri ma da quel lontano 1976 ogni due anni (anni dispari) fabbri di tutto il mondo si danno appuntamento a Stia per sentirsi ancora come una corporazione medievale, per scambiarsi conoscenze e tecniche diverse aiutandoci a conservare e rievocare questa nostra eredità culturale.
La manifestazione assume inizialmente il carattere di mostra mercato dell’artigianato, raggruppando sin da subito un cospicuo numero di partecipanti, rappresentando un indovinato intreccio di tradizione e novità e richiamando una folla di visitatori e acquirenti nei vari stands della manifestazione nazionale.
Già nel 1979 iniziano i primi corsi di forgiatura; il 6 novembre 1979 iniziò il primo Corso professionale per la lavorazione artigianale e artistica del ferro battuto.
Nel 1981 diventa Concorso Internazionale di Forgiatura.
Fra gli anni da ricordare per i temi trattati ci sono
· Il 1989 dove si ricorda la BATTAGLIA DI CAMPALDINO.
Vengono recuperati dal Museo Stilbert i disegni delle armi usate nella battaglia di Campaldino dell’11 giugno1289 che serviranno ai fabbri italiani e stranieri per la loro realizzazione. Parte di queste sono esposte al Palagio Fiorentino.
· Il 1993 con la PERSONALE DI TONY BENETTON.
· Il 1995 con LA CATENA DELLA FRATERNITA’ UMANA che si trova al Vecchio cimitero monumentale intorno al Monumento ai caduti.
· Il 1999 con il tentativo di finalizzare il lavoro alla realizzazione delle spallette del Ponte della Madonna, non ultimato a causa dell’osservanza di norme sulla sicurezza delle persone per la presenza di sporgenze, spazi troppo grandi e così via.
I pezzi prodotti in quell’anno sono stati utilizzati in parte per la realizzazione del Cancello dl Cimitero e i rimanenti si trovano inseriti nella recinzione della piccola piazzetta di Via Montalbano.
Dal 2003 è iniziato il CAMPIONATO MONDIALE DI FORGIATURA con i seguenti temi:
· 2003 – ANIMALI
· 2005 – ARTE SACRA
· 2007 – IL FASCINO DELLA LUCE
· 2009 – EQUILIBRI
· 2011 – EVOLUZIONI
· 2013 – PLASTICITA’
· 2015 – MASCHERE E BURATTINI
· 2017 – SOGNI
· 2019 – GENIALITA’ MDXIX
· 2021 – …….. E QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE
Il Lanificio di Stia è oggi il centro di un polo museale cresciuto negli ultimi venti anni. Al suo interno, una parte è dedicata al Museo del Ferro Battuto, dove sono esposte le più belle opere realizzate negli anni.
Venticinque artisti provenienti da Austria, Cecoslovacchia, Germania, Jugoslavia e Polonia, si affiancheranno a quelli italiani.
In questa occasione la mostra propone un innovativo concorso di forgiatura legato al 7° centenario della Battaglia di Campaldino.
La mostra negli anni si è molto evoluta cambiando il suo iniziale assetto di mostra mercato e divenendo ora una vera e propria mostra espositiva dove il ferro battuto diviene protagonista come manufatto artistico.
Anche la location è cambiata. Se prima era la piazza Tanucci a fare da teatro alla manifestazione, ora è il Lanificio di Stia la perfetta cornice dell’evento.
L’ambiente completamente ristrutturato, grazie anche a giochi di luci sapientemente istallate regalano suggestioni particolari ai visitatori.
Nei quattro giorni di manifestazione (sempre il primo fine settimana di settembre) tutto il paese risulta coinvolto nella manifestazione. I giardini pubblici ospitano le forge, piazza Tanucci accoglie le sculture presentate al concorso e diviene teatro degli spettacoli musicali della sera.
Ogni due anni i fabbri, interpreti di un’antica civiltà artigianale, hanno così la possibilità di incontrarsi per stimolare il loro spirito creativo e affinate le loro tecniche di lavoro grazie all’indispensabile travaso di idee che in quella occasione riescono a conseguire.
Stia da sempre ha aperto le porte sia ai maestri che ai giovani fabbri provenienti da tutto il mondo meritandosi il riconoscimento internazionale di “Manifestazione senza Frontiere”, vetrina indiscussa di un artigianato artistico di elevata qualità.
Un prodigioso impegno esteso a tutta la comunità paesana con il proposito di tutelare e valorizzare una secolare tradizione e di preservare un prodotto che deve restare autenticamente d.o.c.
Nell’ultima edizione sono state affiancate molteplici iniziative, tra cui la mostra mercato, il campionato del mondo di forgiatura, il concorso internazionale di progettazione e disegno, il concorso internazionale di scultura e il concorso fotografico.
La Biennale di Stia fa parte del 2003 dell’Anello Europeo delle Città del Ferro, associazione che raggruppa le più importanti mostre ed esperienze a livello europeo nel settore del Ferro Battuto al fine di promuovere e tutelare questa antica forma d’arte.
Dal gennaio 2016 inoltre, la Biennale di Stia ha partecipato, come patner di un team europeo formato da altre cinque nazioni, al progetto Europeo Erasmus + per la creazione dell’European Iron Accademy (EIA), il cui scopo è quello di incentivare la formazione professionale di artigiani altamente qualificati nel campo della lavorazione dei metalli.
Al fine di valorizzare e incentivare il mestiere del fabbro e di far riconoscere la sua figura professionale, l’Associazione Biennale e il Comune di Pratovecchio Stia hanno istituito un percorso formativo,
Oggi è necessaria una preparazione specifica e completa in cui si apprendono tecniche e si acquisisca quella alta professionalità necessaria a far fronte alla spinta innovativa e all’evoluzione dell’arte contemporanea.
In questa direzione, la Scuola di Forgiatura (I primi corsi professionali per la lavorazione artigianale e artistica del ferro battuto risalgono al 1979) è stata strutturata suddividendo il percorso formativo in una serie di corsi di vari livelli il cui programma è minuziosamente studiato per offrire agli studenti un percorso formativo che possa fornire le competenze tecniche e stimolare la capacità critica e creativa , affrontare percorsi stilistici contemporanei al fine di perseguire una carriera professionale riconosciuta in maniera autonoma.
E’ in fase di completamento la nuova sede permanente della Scuola di Forgiatura, una struttura a disposizione del territorio per ospitare I percorsi formativi inerenti le lavorazioni artigianali.
Grazie all’amministrazione comunale e alla regione Toscana, sarà possibile dare stabilità e continuità a tale attività che ogni anno forma e qualifica fabbri di ogni parte d’Europa. Sono innumerevoli, infatti, le richieste che arrivano per la partecipazione ai cosi.
L’inaugurazione è prevista per il 9 di settembre.
In ultimo, ma da non dimenticare, il Museo del Ferro Battuto che vuole rappresentare la sintesi di oltre quarant’anni di storia della manifestazione e un punto essenziale di ripartenza verso un futuro della Biennale sempre più legato alla compenetrazione tra forgiatura, arte e design.
E’ destinato a diventare componente importante dell’offerta turistica e culturale della nostra vallata, estendendo all’intero arco dell’anno la possibilità per il turista di apprezzare il legame del nostro territorio con arte fabbrile e artigianato artistico.
Solo alcuni numeri……
n.300 fabbri partecipanti alla manifestazione
n. 24 paesi partecipanti alla manifestazione
n. 30.000 presenze nei quattro giorni di manifestazione tra visitatori e addetti ai lavori